BREVE INTERVISTA ALLA SIGNORA GRAZIELLA
Da quando la conosco, la
signora Graziella mi ha sempre trasmesso un’immagine di naturale
eleganza. Quell’eleganza che non c’entra con gioielli e pellicce ma che
ha molto a che vedere con l’atteggiamento, il modo di proporsi e
persino con il sistema di valori ( Non sono fatti miei,
ma credo che marito e figlie la pensino suppergiù allo stesso modo).
E’ una persona che è difficile pensare in
atteggiamenti retorici o sopra le righe. Accetta, con qualche
riservatezza, di parlare della Colfranculana.
< Quando ha avuto origine quella che poi sarebbe
diventata la Colfranculana, erano gli anni ‘70, non immaginavo affatto
che eravamo agli inizi di un’avventura che sarebbe continuata più di
30 anni e che sarebbe cresciuta fino al livello attuale. D’altronde si
trattava di una novità. Prima di allora, chi andava in giro a correre o
a camminare per strade e campi? Nessuno.
Confesso sinceramente che dentro di me pensavo il
podismo fosse un fenomeno… passeggero, destinato a durare poco e invece
è diventato un movimento enorme che oggi è giunto in tutto il mondo.
Tutto il mondo !>
Circa il ruolo che ha avuto in questi anni,
preferisce sorvolare. Penso che non si tratti di svalutazione di quanto
fatto ma di altro: credo che abbia sempre considerato naturale operare
al meglio, senza calcoli.
< Quante cose sono accadute. I ricordi sono così
tanti che si potrebbe farne un libro. Il capannone, qui, ad esempio. Il
primo laboratorio fu l’officina. Le prime magliette le abbiamo stampate
noi, qui dentro, una per una, con il colore verde, il rullo, eccetera….
Mi viene in mente di quando cucivamo i pettorali, poi li appendevamo ai
fili per asciugare i numeri, tutto il soffitto imbandierato……Ad ogni
Colfranculana casa nostra era l’epicentro della manifestazione >.
<Il laboratorio di falegnameria invece serviva
soprattutto a Natale. Per anni là dentro si sono fatti i pacchettini
per il Babbo Natale, i pastori pranzavano in mezzo all’odore del
legno… >.
< Forse la novità più importante di questi ultimi anni
è stata il completamento della sede nuova, vicino al campo di calcio, e
tante cose sono cambiate >.
< Oggi devo dire che mi sento, come dire ? orgogliosa.
Ci conoscono, siamo rispettati …>
Sorride e guarda Enrico, il cucciolo della casa che,
sacca in spalla, sta allegramente partendo per la piscina. Continueremo
un’altra volta la conversazione.
Elves Agosto 2005