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RISCALDAMENTO
MUSCOLARE
Importanza
del riscaldamento prima dell'esercizio muscolare Per risca1damento si
intende l'insieme di esercizi fisici, eseguiti nella fase precedente la
gara o l'allenamento, finalizzati a preparare l'organismo al successivo più
intenso lavoro muscolare. Gli scopi del riscaldamento sono: a) favorire
gli adattamenti cardiovascolari (aumento della F.C., ridistribuzione del
flusso sanguigno) e muscolo-scheletrici; b) attraverso l'aumento della
temperatura corporea, migliorare la velocità degli stimoli nervosi ed
incrementare il metabolismo energetico delle cellule muscolari (gli enzimi
"funzionano" meglio a 38-39}; c) consentire la concentrazione
mentale dello sportivo in vista della gara. Il riscaldamento, dunque,
aumenta la capacità di compiere esercizio fisico, ed inoltre rappresenta
un eccellente mezzo di prevenzione degli infortuni muscolo-scheletrici. Le
modalità di riscaldamento variano da disciplina a disciplina e da atleta
ad atleta. La durata dello stesso è, in linea generale, inversamente
proporzionale alla durata della gara; per le nostre esigenze possono
essere sufficienti 20'-30'. Di solito si inizia con 5'-10' di stretching e
ginnastica articolare, cui seguo- no 15'-20' di corsa a ritmo progressivo,
per terminare con alcuni allunghi sugli 80-100 m, allo scopo di
"carburare" l'organismo. . Terminato il riscaldamento, non
devono trascorrere che pochi minuti prima della partenza, durante i quali
bisogna mantenersi attivi con esercizi sul posto; a sostenere l'attività
cardiocircolatoria soccorre anche la normale tensione pre-gara
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La corsa
È
il più semplice mezzo allenante non solo per lo sci di fondo, ma per
quasi tutti gli sport. Non presenta problemi di attrezzatura e si può
praticare ovunque. Prima dell'avvento dello skiroll la corsa era
praticamente il punto base dell'allenamento dei fondisti. Anche nella
corsa il fondista dovrà tenere presente le condizioni in cui si troverà
durante l'inverno. La corsa campestre, su percorsi i più possibili vari
si avvicina alla situazione normale sugli sci. Il terreno soffice inoltre
protegge articolazioni e tendini. La corsa potrà essere a ritmo
regolare o intervallata da tratti più veloci. Per chi ne ha la possibilità
la corsa in montagna è ancora più adatta e allenante, in quanto agisce
non solo sulla resistenza dei muscoli delle gambe, ma praticamente su
tutta la muscolatura. È un ottimo esercizio servirsi durante la corsa in
montagna dei bastoncini, per allenare anche le braccia. Eseguire di tanto
in tanto, du rante la corsa dei salti simulando il passo alternato in
salita con gli sci aiuterà ad aumentare la potenza dei muscoli delle
gambe. Avendo a disposizione un terreno ondulato sarà bene allenarsi
eseguendo degli intervalli per 150 m. per migliorare la velocità.
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Il Podismo è uno sport
che richiede un impegno costante, ma sedute di allenamento troppo
lunghe o ravvicinate possono portare all'insorgenza di traumi che
rallenterebbero bruscamente la preparazione, gli errori più comuni
sono quelli di sottoporsi a sedute di allenamento troppo intense
e ravvicinate
che portano ad un indebolimento fisico invece che ad un
miglioramento dello stato di forma. Questo stato viene chiamato
affaticamento. Il modo più semplice per evitare questi errori è
quello di non pretedere troppo dalla proprio struttura fisica e di
seguire i tempi di recupero. E' infatti durante le fasi di riposo
che il nostro corpo si prepara per affrontare un nuovo stimolo
allenante. |
Perché
la corsa fa bene alla mente?
Si
parla molto dei benefici per l’organismo che derivano dalla
pratica regolare della corsa, ma spesso ci si dimentica dei vantaggi
per la mente. Molti provano, ogni volta che corrono, quella
sensazione di benessere generale cui è stato dato il nome di “euforia
da corsa” e che, con tutta verosimiglianza, è determinato
dalla formazione nel corpo di endorfine.
Tali sostanze hanno una struttura simile a quella della morfina e di
altre molecole derivate dall’oppio, e il loro nome origina proprio
da endogeno (vale a dire prodotto all’interno del corpo) e da morfina.
Le endorfine vanno a legarsi a recettori situati nel cervello e,
senza averne gli altri difetti, danno sensazioni simili a quelle
provocate dalla morfina, come il cambiamento di umore e la capacità
di sopportare il dolore.
Ma la corsa dà altri vantaggi dal punto di vista psichico.
Innanzitutto riduce l’ansia
e la tensione, non soltanto durante l’attività ma anche nel
periodo successivo (in qualche caso fino a cinque ore); tale
effetto, secondo l’associazione medici sportivi americani, è
superiore a quello che si può ottenere assumendo una pastiglia di
ansiolitico.
Molto più efficace si è dimostrata la pratica di un’attività
fisica protratta (non soltanto la corsa, ma pure le camminate, le
nuotate e le uscite in bicicletta) anche nei confronti della depressione;
poiché molti depressi non vogliono sottoporsi a trattamenti
psicologici per la paura di essere etichettati come malati mentali,
varrebbe la pena di consigliare loro proprio l’allenamento fisico.
Chi corre abitualmente, inoltre, ha senza dubbio la capacità
di resistere meglio agli stress e una maggiore efficienza mentale;
pare che persino dal punto di vista della memoria i corridori siano,
in media, avvantaggiati nei confronti dei sedentari.
Tratto
dal Mensile di sport “Correre”
- ottobre 2001 articolo a firma del dott. Enrico Arcelli
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Qual'è
il passo ideale per la maratona? |
La
lunghezza del passo, così come la frequenza, aumenta con
l’aumentare della velocità di corsa. Se si fa riferimento ad un
determinato ritmo, per esempio, quello al quale un certo atleta
corre la maratona, si può dire che la lunghezza ideale del passo è
quella che comporta il minor costo energetico.
La spesa aumenta sia se l’atleta accorcia il passo, sia se
lo allunga. Quando il passo si riduce di lunghezza rispetto a quello
ideale (e dunque, a pari velocità, diventa più frequente), aumenta
la spesa perché vi è un incremento del cosiddetto “lavoro
meccanico interno”, semplificando le cose, si potrebbe dire che
c’è un maggior dispendio energetico per gli attriti a
livello delle articolazioni, dei muscoli e così via. Quando
invece il passo diventa troppo lungo, aumenta il “lavoro meccanico
esterno, vale a dire che si spende di più per accelerare e
innalzare il corpo al momento della spinta. Tuttavia, mentre un
accorciamento del passo di alcuni centimetri determinano un minimo
innalzamento della spesa energetica, un allungamento di uguale entità
fa salire nettamente il costo.
Tutto questo fa dire che, tra
i due errori possibili, è preferibile scegliere quello del passo
corto (alla giapponese) nei confronti di quello lungo.
Tratto
dal mensile di sport Correre di gennaio 2002 (Enrico Arcelli) |
Calcolare
la velocità e le andature
Per
calcolare la velocità in km orari si deve dividere la distanza
percorsa, espressa in metri, per il tempo trascorso, in secondi,
moltiplicare il valore ottenuto per 3,6.
Esempio:
avete percorso 10 km in 63 minuti, la vostra velocità sarà stata
di 9,52 km/ora
Km
10 x 1000= 10000
Min.
63 x 60 = 3780 secondi
10000
: 3780 x 3,6 = 9,52 km/ora
L’andatura,cioè
il tempo impiegato per correre ciascun chilometro si calcola
dividendo per 60 la velocità espressa in km/ora. Si ottiene così
il tempo in minuti e frazioni decimali di minuti; queste ultime
vengono trasformate in secondi quando vengono moltiplicate per 60.
Per calcolare per esempio a quale andatura corrisponde una velocità
di 9,5 km/ora, le operazioni che si compiono, sono queste:
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·
60:
9,52 = 6,30 min. (cioè 6 minuti e 30 centesimi di minuto)
·
·
dal
risultato si sottrae il numero intero dei minuti: 6,30 – 6 = 0,30
min.;
·
·
si
moltiplica per 60 il risultato: 0,30 x 60 = 18,0 sec (cioè 18”0)
l’andatura
in definitiva è di 6’18”0 per chilometro.
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