Dal paese
alla città
L'esame di maturità è già un ricordo, dopo
cinque anni di liceo questa meta così temuta è già passata.
Per chi ora si addentra nel mondo del lavoro il cambiamento sarà grande:
niente più libri e compagni di classe, ma rapporti di lavoro con colleghi di
tutte le età e con molta più esperienza pratica. Una bella sfida, auguri a
loro.
Per chi invece come me ha deciso di proseguire gli studi ed andare
all'università il cambiamento sarà forse meno traumatico, i libri restano, di
veramente nuovo ci sarà il passaggio dalla vita del paesello a quella di
città: Trieste, città fra mare e collina, ultima visione per chi percorre
questo tratto settentrionale di costa adriatica. Trieste, città universitaria
dove passerò molto tempo nei prossimi cinque anni. I primi contatti con la
città sono stati insieme classici e traumatici. Trieste offre di se
l'immagine comune a tutti i grani centri: caos, traffico, smog, confusione,
automobilisti isterici e motociclisti impazienti che ti sfrecciano accanto
infilandosi in ogni centimetro di strada libero, uno l'ho fermato malamente
aprendo la portiera dell'auto mentre lui azzardava, in tranquillità, un
sorpasso sulla destra su area di parcheggio. Ne è uscita gag tanto bizzarra
quanto tragica, in cui io mi appellavo al codice della strada e lui alle
consuetudini sul sorpasso dei motociclisti di città.
Ma trieste non è solo caos. Se si presta
attenzione se ne scorgono i lati migliori, del resto si sa che le cose belle
sono sempre le più nascoste. È cosi che passeggiando di sera ho avuto modo di
osservare la bellezza di piazza Unità d'Italia illuminata a giorno, o di
mattina presto la cordialità delle signore sull'autobus, quando i primi
giorni, vedendomi preoccupata mi offrivano consigli su come orientarmi. Anche
il paesaggio naturale è molto bello. Proprio nei pressi di Trieste, a Duino,
il grande poeta Rainer Maria Rilke trovò finalmente la pace, dopo molte ansie
e affanni. Il suo genio trovò nel paesaggio del golfo con le falesie
dell'Altopiano Carsico che precipitano a picco sul mare , una fertile fonte
di ispirazione, che culminò nella raccolta delle
“Elegie Duinesi”, lette ed amate dalle menti più sensibili di tutta Europa.
Sentiero Rilke è il nome a lui dedicato, dato alla passeggiata panoramica che
congiunge le località di Duino a Sistiana. Purtroppo lo sforzo intellettuale
consumò Rilke e lo portò precocemente a morte. Sperò che non capiterà anche a
me di consumarmi intellettualmente. Questo, in verità, è la preoccupazione
più grande di mio papà, che non perde occasione per ricordarmi che “a
studiar massa se se insemenise”
Ma la sfida triestina non è solo con la vita di città e lo studio, anche la
convivenza è un' avventura. Siamo in quattro a condividere un appartamento, a
“soli” tre chilometri dal centro. Abitare insieme è come un gioco, in cui,
usando il compromesso per livellare le radicate abitudini che ognuna ha a
casa sua, cerchiamo “delicatamente” di imporre le nostre regole, che in
fondo, ognuna crede le uniche giuste. Credo che il risultato finale sarà
l'abitudine al compromesso, qualità peraltro molto utile anche al di fuori
degli studi.
Ritornando ai cari libri, devo dire che mi ha impressionato la biblioteca
della facoltà di scienze dell'antichità, ci sono circa 60.000 volumi, non
basterebbe un'intera vita per poter affermare di aver letto tutto anche di un
solo argomento!
Veramente più conosci e più ti rendi conto che “ un'infinità dei cose ti
sorpassano” (Pascal, Pensiero n. 267). Ma ancora più triste è la certezza che
la memoria non ne tratterà che una piccola parte. E quindi... tanto studio
per niente? No, è invece una fortuna per qualche anno poter, come Rilke,
dirigere tutte le forze unicamente verso l'apprendimento. Pensandoci bene,
l'uomo ha sempre fatto così: si è sempre sforzato di apprendere, pur
consapevole che, individualmente, per due ragioni avrebbe poi perso tutto :
la limitatezza della memoria e del tempo a disposizione. Tuttavia, in verità,
non apprendiamo solo per noi stessi, il sapere non è solo individuale, ma
universale, ed è in evoluzione continua. L'evoluzione poi tende sempre a
migliorarsi, quindi, anche noi che ci sforziamo nel sapere concorriamo alla
speranza di un avvenire migliore di qualsiasi passato.
Saluti da
Trieste
Lucia Bucciol
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