GITA PODISTICA DEI 5 LAGHI ‘05
Lunedì
28 marzo assieme agli amici di Mareno Marathon, ho partecipato alla
loro gita sociale; essendo questi dei podisti di lunga lena,
il viaggio non poteva essere che a piedi.
Partenza da Susegana (patria di Tony Roccia) alle ore
6:00 e arrivo a Funes d’Alpago (per esigenze culinarie) verso
mezzogiorno.
Purtroppo, a detta di Daniele, l’itinerario era
troppo corto; così alcuni di noi sono partiti da S. Polo alle 4:20.
Era notte fonda, grazie anche all’ora legale, inoltre
gravava anche una fitta nebbia. Chiacchieravamo al buio fradici di
umidità, cercando di indovinare la strada. Non c’era molto traffico,
eravamo però incitati da numerosissimi cani.
Dopo un’ora e mezza di corsa, quando ormai ci eravamo
scaldati, siamo arrivati alla partenza; eravamo in anticipo,
così abbiamo approfittato dell’invito della padrona di casa
per berci un caffè.
Scattate un paio di foto a raggi infrarossi, abbiamo
iniziato la gita dirigendoci verso Parè; ora eravamo in 9 di
anormali, di cui ben 4 da S. Polo (io, Daniele, e Tiziano già
riscaldati e “Beppo” ancora fresco) seguiti da una preziosa manciata
di collaboratori in auto.
Il gruppo più numeroso ed il caffè appena ingerito,
stavano contribuendo
a far ben
germogliare questa nuova avventura.
Imboccata la prima salita da Crevada, gli uccelli ed i
galli iniziavano a cantare annunciando l’imminente arrivo del nuovo
giorno.
In prossimità di S. Pietro di Feletto, finalmente siamo
usciti dalla nebbia, il sole ormai spuntava all’orizzonte, ed ecco
apparire davanti a noi uno stupendo colpo d’occhio: dal mare di nebbia
emergevano i cocuzzoli e lontano, molto più in alto, la cima del
Visentin. Purtroppo, per discendere le Mire, dovevamo immergerci
nuovamente.
Più avanti, a Corbanese, incitiamo una signora mentre
si dirige di corsa a Messa Prima, raccogliendo di conseguenza
un:”non avessi proprio nient da far a casa?”
Superata l’asperità di Tarzo, transitiamo a Colmaggiore;
per il terzetto partito da S. Polo significa: 35° km = mezza fatica.
Le mie sensazioni sono ottime e inganno il tempo fotografando. Oltre
Revine, lasciati alle nostre spalle i primi due laghi, la strada pende
piacevolmente in giù e ne approfittiamo volentieri.
Presso le sorgenti del Meschio vicino al lago
Negrisiola, qualcuno comincia a sentirsi stanco, un altro podista ha
forato; così ci sgraniamo. Io mi trovo in scia di Daniele,
piacevolmente riparato dal solito, fastidioso, vento contrario. Il
divertimento però dura poco perché l’amico allunga troppo l’andatura,
lasciandomi in compagnia di Paolo e della brezza di monte.
Costeggiamo ora il Lago Morto, in lontananza oltre il passo vediamo il
Teverone in evidenza sulla catena alpagota, ancora imbiancato.
Grazie ad un’andatura più consona al nostro motore,
raggiungiamo agevolmente Sella Fadalto, ad aspettarci c’è l’ennesimo,
fornitissimo, ristoro sociale.
Più avanti la strada si adegua alle curve del Lago di
S. Croce, il vento è cessato favorendo lo specchiarsi delle cime. I
surfisti sono ancora in letargo, ci saranno però sicuramente degli
scialpinisti impegnati su qualche pendio a nord.
Lasciata alle nostre spalle Farra d’Alpago, troviamo ad
aspettarci il fuggitivo. E’ seduto su un masso portato
dall’alluvione del ’66. Il sole primaverile inizia a scaldare, così
togliamo le maniche lunghe. Oltre Puos caliamo leggermente il ritmo,
concedendoci anche qualche camminata nei tratti più ripidi presso
Funes.
Non manca ormai molto a mezzogiorno ed il profumo della
grigliata amica, ci fa capire che anche questa volta siamo
riusciti a raggiungere la meta prefissata.
E’ stato un ottimo allenamento per il Passatore, quasi
70 km con sorprendente facilità e divertimento. Pazienza!
Flavio
1°
ristoro
“profumo” di arrivo |