Domenica 25 aprile, assieme ad altri
quattro podisti colfranculani, ho partecipato alla maratona di
Padova.
L’acquazzone della sera precedente mi aveva fatto galleggiare per
un’oretta in sella alla bici mentre navigavo verso casa. In compenso
però, la mattina seguente, ci siamo ritrovati a Vedelago con una bella e
fresca giornata primaverile.
Alla partenza, Moreno e Simone si dispongono nel secondo gruppo con aria
tranquilla senza particolari velleità (affermano loro).
Io mi trovo ben posizionato, vorrei puntare alle 3 ore senza faticare
troppo. Mi piacerebbe restare assieme ai Pace Maker almeno fino a metà gara
per poi decidere il da farsi. Il fastidioso dolore al ginocchio, forse per
intercessione di S. Antonio è quasi scomparso e sono molto fiducioso.
Con me c’è Marco, stesso obiettivo e stesse sensazioni. Lui però invoca S.
Marco, il patrono del giorno. Anche Eugenio è con noi, non si è portato
nessun santino da casa, è reduce dagli antibiotici e vorrebbe comunque
tentare l’impresa. Alle 9:00 partiamo; Marco come nel suo stile si
prepara avanti, Eugenio ed io ci mescoliamo invece nel gruppone.
Resisterò però solamente 2 km con loro. Abituato come sono ad allenarmi
lungo il Piave immerso nella natura, non riesco proprio a sopportare
l’esercito di maratoneti. Mi allontano timidamente da loro, pochi metri al
km. Ricordo ancora molto bene lo scotto di Venezia ’03 quando, al primo mio
rallentamento, mi hanno raggiunto e letteralmente calpestato. Non
vorrei perciò ripetere l’esperienza. Li sento, ogni tanto mi giro a
guardarli, mi tengono a bagnomaria, vedremo alla fine chi avrà
ragione. Ad un terzo di gara Marco non ha molto vantaggio su di me, mentre
dall’interno del plotone, Eugenio ci starà controllando entrambi.
Più avanti mi ricongiungo con l’amico fuggitivo, le posizioni si sono
ormai stabilizzate, scambiamo qualche battuta mentre una piacevole brezza di
mare, accompagnata dai frequenti spugnaggi, attenuano l’irradiazione solare.
Al 31° km però, dopo quasi un’oretta assieme, forse affaticato dal
rifornimento solido appena ingerito, vedo il mio compagno perdere qualche
passo; lo chiamo ma non mi risponde. Chiuderà in 3:05.
Io mi sento ancora molto bene, galvanizzato dalla “6 ore” del 28 marzo,
comincio a credere alla realizzazione di un sogno iniziato dieci anni fa a
Venezia’94; quando, anche se cosciente delle difficoltà, avevo tentato di
intaccare il muro delle 3 ore.
Al 34° km, Eugenio da dietro, ci perde di vista. Deve fermarsi per una
foratura alla gomma SX. Per lui il sogno è solo rimandato.
Ripartirà lo stesso, opportunamente medicato, finendo nell’apprezzabile
tempo di 3:07.
La mia progressione è invece più fortunata, transito al 37° senza l’esubero
energetico di Treviso; decido perciò di non aumentare l’andatura. Non ho
amici-nemici sulle 2:56, l’unico da 2:58,… è sotto controllo.
Voglio gustarmi l’evento, mi concedo il 39° km in 4’20” mentre ripercorro
mentalmente gli anni bui del dopo ’96. Otto anni fa, in seguito ad un
gonfiore persistente al piede SX, faticavo persino a terminare la giornata
lavorativa in piedi! Mai più avrei pensato di poter correre una maratona.
Già una manciata di km sull’asfalto erano un miraggio per me. Avevo allora
iniziato con la bicicletta, mi divertivo lo stesso ma, mi mancava molto lo
sport più semplice e naturale: la corsa.
Ora invece sto correndo sul ciottolato finale in prossimità della Basilica
di S. Antonio; la mia “Atene”. Vedo in lontananza il traguardo, il sogno si
sta avverando. In questi momenti troppo belli, non vorremmo mai svegliarci!
Nelle ultime falcate, mentre procedo stringendo la mano ad un compagno di
viaggio, mi rendo conto che non era poi così difficile riuscirci. 2:57 e una
manciata di secondi. Non ho fatto una preparazione specifica, non ho il
tempo di farlo in questa stagione. Il risultato è arrivato lo stesso.
Pazienza!
Nel complesso, oltre alle nostre tre performance ormai mature per il salto
dell’ostacolo, bisogna segnalare anche Simone e Moreno che, rispettivamente
con 3:16 e 3:20, tra un paio d’anni, con 6 kg in meno (1 kg = 4” in meno al
km) e… 6000 km in più, potranno raggiungerci o (purtroppo) superarci.
Nell’analizzare attentamente la mia alimentazione però, forse ho scoperto la
chiave del miglioramento. Credo si tratti dell’acqua che sgorga da queste
parti. Ricordate lo slogan pubblicitario: Acqua Sanpoluggi… 10 anni
di meno?
NB: Per evitare indesiderate sottrazioni
di punti dalla patente causati dall’inevitabile aumento della velocità, si
consiglia di leggere attentamente il foglio illustrativo!
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