Intervista a Stefano Fantuz |
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1.
Quanti anni hai, parlami del Tuo percorso
scolastico?
2.
Quali sono le casualità i motivi che ti hanno
portato a fare sci di fondo?
3.
Per Te sci di Fondo cosa vuol dire?
4.
Le tue prime gare aneddoti e le prime
esperienze positive, la famiglia lo sci club, racconta?
5.
I famosi duelli sportivi fra “genitori amici” (Nillo-Roberto),
gli stessi geni trasmessi ai figli racconta?
6.
Quale tipo di gara preferisci e in che stile?
7.
Come Ti alleni durante la stagione invernale?
8.
Oltre ad essere il più forte fondista
provinciale, stai facendo benissimo anche con gli skiroll com’è nata questa
passione, quale allenamento pratichi, quanto e dove, gli obiettivi?
9.
A chi consigli questa pratica sportiva? |
Ciao, sono
Stefano ed ho 18 anni compiuti il 21 aprile scorso. Per adesso sono uno
studente, anzi, credo che lo sarò ancora pel molti anni! Frequento la classe
quinta al liceo scientifico di Motta di Livenza, una scuola che,
sfortunatamente impegna ogni giorno sempre di più e c’è sempre meno tempo da
dedicare ad altre attività. Non ho ancora deciso cosa farò all’università,
per adesso penso a concludere l’anno che mi spetta con impegno.
Lo sport è sempre stato una delle mie passioni, anche se da piccolo ero una
vera e propria frana. Quando andavo all’asilo facevamo sempre i cento metri,
(che tradotti saranno stati sì e no dieci) ed io arrivavo sempre tra gli
ultimi; qualche volta imbrogliavo, ma non bastava mai per raggiungere il
podio!
Non mi ricordo molto di quando ho iniziato a sciare…Mi viene solo in mente
un compleanno, credo sia stato il quarto: ricordo mia zia arrivare a casa
con un bel pacco regalo, stretto e lungo. Non avrei mai immaginato di poter
trovare in quello strano pacchettino un paio di sci, il mio primo paio di
sci. Erano azzurri, lunghi circa 40-50 cm, con un coniglietto bianco
disegnato sulle punte che mi sorrideva sempre quando lo guardavo. Li
conservo ancora adesso. Mio papà sciava già all’epoca, e anche mia sorella
Marica; credo sia stato questo il motivo di quel regalo, forse anche perché
la montagna è sempre stata una delle passioni della mia famiglia…Ed è così
che ho iniziato a sciare. Nillo e Roberto ci portavano in Piancavallo e,
mentre loro due si allenavano duramente e assiduamente per la Marcialonga,
io e Mauro ci divertivamo ad andare avanti e indietro sulla piccola piana
che introduce le piste da fondo. Diciamo che non avevo molta voglia di far
fatica all’epoca, sciavo mezz’oretta e poi facevo pupazzi e palle di neve…ma
a quattro anni penso sia più che normale!!! Dopo circa due anni di
“ambientazione”, i miei genitori mi hanno regalato un paio di Fisher da
skating, le scarpette ed i bastoncini nuovi, con i quali ho imparato a
sciare nel vero senso della parola. Infatti sapevo solamente stare in piedi,
e non mi riusciva neanche tanto bene: poi, osservando con attenzione mia
sorella ho incominciato a fare i miei primi passi in tecnica libera…in
pratica mi sono arrangiato, senza l’aiuto di un maestro, come solitamente si
fa. Sfortunatamente per questo motivo ho sempre sciato con dei grandi
difetti che negli ultimi anni ho in parte corretto.
Da quel momento in poi posso dire che la mia carriera agonistica era
iniziata. Non andavo più in montagna per giocare, ma per allenarmi, solo che
la voglia di far pupazzi e palle di neve non mi era ancora passata e quindi
sentivo molto la fatica, il peso degli allenamenti ed il freddo che negli
sport invernali, si sa, non manca mai! Per questo mi fermavo sempre dopo
cento metri e, con mani e piedi congelati piangevo e piangevo e mio papà,
ogni volta che mi incontrava, mi incitava a continuare, ad andare avanti. La
forza per far scorrere gli sci la prendevo da dentro me stesso,
convincendomi che ogni metro in più sarebbe stato un traguardo importante, e
questo mi dava molta soddisfazione. Da qui è nato anche il mio amore per le
competizioni , che mi spingevano e mi spingono tuttora a dare il massimo e a
correre più forte di quanto si possa arrivare in un qualsiasi allenamento.
Era anche un modo per liberarmi da tutti i problemi e sfogarmi da qualsiasi
nervosismo.
La mia prima gara di fondo è stata la Mini Marcialonga, nel 1995, poi la
Mini Val Casies. Infatti, andavamo sempre in montagna due o tre giorni per
vedere i nostri papà gareggiare e, visto che il sabato era dedicato ai più
piccoli, partecipavamo anche noi. Ricordo l’agitazione dei minuti prima
della partenza, la lotta per accaparrarsi le prime posizioni in griglia di
partenza e la paura di poter fare brutta figura. La paura era tanta che
quasi quasi ero sempre sul punto di ritirami ancora prima di salire sugli
sci. Finalmente si sentiva lo sparo della scacciacani che segnava l’inizio
della gara e tutto d’un tratto l’agitazione e l’angoscia sparivano, dando
spazio alla concentrazione che dominava assoluta. Mi sentivo importante a
correre in mezzo alle telecamere con la divisa della mia società e perciò
cercavo di impegnarmi al massimo per non deludere chi mi sosteneva. Con il
passare del tempo ho iniziato a partecipare anche alle gare della provincia
di Treviso e regionali, ottenendo il mio primo podio il 4 marzo 2001 al
Passo S. Pellegrino sotto una grossissima nevicata. Ma in uno sport, ciò che
conta non sono i podi o le vittorie: l’importante è divertirsi e correre
solo se ci si sente di farlo. Forse è anche questo il problema che hanno
molti giovani al giorno d’oggi e che avevo anch’io da piccolo. Sci di fondo
vuol dire fatica, sacrificio, delusioni e amarezze: ma vuol dire anche
soddisfazioni, divertimento e senso della libertà, che ti fanno crescere sia
fisicamente che moralmente. Se i miei genitori e il mio sci club non mi
avessero sostenuto ed incitato quando pensavo che sciare fosse solo una
perdita di tempo e piangevo perché non mi andava di far fatica, a quest’ora
non sarei di certo qui a scrivere.
Per quanto riguarda il tipo di gare che mi piace fare, sono più propenso per
quelle veloci, intorno ai 10 km e con non molta salita; infatti il mio più
grande problema da quando ho iniziato sono le salite…Non riesco mai a
spingere come dovrei nell’affrontarne una e quando sono sul culmine mi
mancano sempre le forze per riprendere velocemente. Il mio stile preferito è
senza dubbio lo skating, anche perché il passo classico lo sto imparando
ultimamente e no è che mi piaccia un gran che! Purtroppo però devo fare le
gare anche in classico, altrimenti non si entra nelle classifiche finali
della stagione.
Come pista preferisco i percorsi molto tecnici con una neve molto dura,
quasi ghiacciata e una temperatura dell’aria per me ideale di circa -5°C.
Durante la stagione invernale purtroppo non riesco ad allenarmi sullo
specifico più di due volte a settimana: una alla domenica e una al martedì
sera, sulla pista illuminata del Piancavallo. Alla domenica mattina si fanno
di solito circa 25-30 km ad un’andatura piuttosto tranquilla, mentre alla
sera, essendo la pista illuminata non molto faticosa, sempre 25-30 km ma a
ritmo sostenuto, tenendo sotto controllo i battiti cardiaci con il
cardiofrequenzimetro. Poi faccio potenziamento muscolare in palestra altre
due volte a settimana, o tre prima di iniziare la stagione. Da quando sono
piccolo però ho sempre praticato anche lo skiroll in salita, come
allenamento autunnale. L’anno scorso però, in seguito alla mia rottura con
il mondo del ciclismo, ho deciso di dedicarmi anche allo skiroll in piano,
ottenendo fin da subito dei buoni risultati, grazie anche alla muscolatura
che il fondo mi ha dato…Anche lo skiroll per me è diventato una vera e
propria passione, perché d’estate posso dedicarmi completamente allo sport e
agli allenamenti.
o l’uno dall’altro! Se mio papà scopre che Roberto è andato ad
allenarsi, corre subito sulla bici e si fa i suoi 70 km oppure una bella
sciata se siamo in inverno. Lo stesso accade per Roberto. Poi, ad ogni
allenamento non manca mai il cronometro per potersi confrontare e dire che
uno è più bravo dell’altro…insomma, una rivalità mai vista prima e sulla
quale ci sarebbero da scrivere almeno dieci pagine, ma non spetta a me
farlo! (NB: io e Mauro non siamo così esagerati).
Traendo le conclusioni di questa intervista posso dire che lo sci di fondo e
lo skiroll sono due sport eccezionali che tutti almeno una volta nella vita
dovrebbero provare a praticare. Non importa l’attività agonistica, quello
che conta è il divertimento e la soddisfazione di riuscire a fare qualcosa
come stare in piedi su quattro ruote o non far mai toccare a terra il sedere
sulla neve! Insomma, lo consiglio a tutti.
Ci vediamo alla stagione invernale 2004/2005…Grazie e ciao.
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