Inutile prenderla alla larga. La notizia è che quest’anno 2020 la Marcia della Chiesetta non ci sarà. Annullata. Finito. Però… due parole le possiamo spendere no?
Possiamo dire che questa podistica è nata più di 40 anni fa con l’intento di contribuire a celebrare una ricorrenza locale, la festa di Santa Maria del Palù che cade il Lunedì di Pasqua. Santa Maria del Palù è il nome dato a un’area agreste tra Oderzo e Fontanelle (e pure Ormelle), dai confini abbastanza indefiniti, che appartiene “storicamente” alla parrocchia di Colfrancui. È anche la… denominazione locale della Madonna.
La parola “palù” spiega che questa zona si caratterizzava fino ad alcuni decenni fa, se non proprio per le paludi, certamente per i terreni “bassi”, spesso inondati, ricchi di sorgenti. D’altronde siamo in comune di Fontanelle, vicino al paese di Fontanellette e con un piccolo abitato detto Borgo Stran (strame). Toponimi molto espliciti. Chi viveva da queste parti sapeva adattarsi a vivere tra terra e acqua; persino una piena diventava un’opportunità. Quando le acque si ritiravano nelle pozze dei prati restava talmente tanto pesce da riempire vari mastelli. Certo se uno soffriva di reumatismi… Poi sono intervenute le bonifiche, la modernizzazione agraria, la miglior qualità della vita… fino alla situazione odierna.
Veniamo alla Chiesetta. Il documento più antico che la nomina risale al 1185 quand’era probabilmente parte di un eremo. Poi riappare in un altro documento del 1545 (400 anni dopo, mica briciole) come edificio in rovina. Chissà quante e quali vicissitudini hanno coinvolto gli abitanti della zona in quegli anni. Me li immagino come una gente di estrazione bassa, che subiva i cambi delle signorie, le guerre, gli eventi negativi (molti) e quelli positivi (pochi) adattandosi e tirando avanti. Avanti, fino al 1900.
Dopo la Prima Guerra Mondiale il parroco di Colfrancui, don Emilio Girelli, si impegna a far costruire una chiesetta sul luogo dell’antico eremo e intorno a una sorgente naturale le cui acque vengono dette benefiche per gli occhi. Chi scrive non sa se la devozione locale sia nata con la chiesetta o se fosse preesistente. Piace pensare che fosse preesistente. Di sicuro, anno dopo anno, il Lunedì di Pasqua si consolida nel circondario come la ricorrenza di S. Maria del Palù.
La Colfranculana si innesta in questo contesto e… fa la sua parte. La marcia, tra l’altro, genera un’aneddotica molto ricca. Cito velocemente fra i partecipanti memorabili i top gun di Aviano, tutti muscoli e sudore, il turista inglese che dal Danieli di Venezia era giunto a S. Maria del Palù per fare la marcia senza sapere una parola di italiano (e noi avevamo fatto tutti francese a scuola, meno uno). E poi il miracolato del pianoforte, caduto dal camion un attimo dopo che lui aveva iniziato a sorpassarlo sverniciandogli l’angolino posteriore dell’auto. Ospite non invitata la tromba d’aria che distrusse il nostro capannone e sollevò a mezz’aria uno di noi. E pure il toro sul percorso da 12 km (senza cartellino, tra l’altro). Eccetera eccetera.
L’anno prossimo, alla Marcia della Chiesetta 2021, i protagonisti racconteranno qualcuna di queste storie. Arrivederci.
Elves
Foto della Chiesetta di S. Maria del Palù – Inverno 2019/2020