Domenica 13 novembre 2016
L’esplorazione dei luoghi sconosciuti è da sempre un istinto primordiale che caratterizza l’animo umano, che lo spinge ad esplorare e monitorare ogni angolo del territorio che lo circonda, mosso dal desiderio di conoscere e mappare ogni singolo anfratto del suo abitato.
Questa naturale caratteristica non è del tutto scomparsa dalla coscienza dell’uomo moderno, ne sa qualcosa un manipolo di dieci podisti della Colfranculana, che spinto da una voglia di conoscenza, ha deciso di partecipare ad una uscita speleologica organizzata con il supporto di due speleologi del gruppo del CAI di Oderzo.
La grotta, scelta dai due abili accompagnatori, Gabriele e Federico, è il Tavaran Grando, sul Montello, affacciata sul Piave.
L’uscita, svoltasi nella mattinata del 13 novembre, ha previsto la visita della grotta, un tunnel orizzontale profondo circa 495 ml. All’interno della grotta, è stato quasi sempre possibile camminare in piedi, e i due accompagnatori CAI hanno associato al percorso delle descrizioni tecniche relative alla fauna presente in quei luoghi, tipo di rocce e metodologie di formazione di tali cavità naturali. Il tragitto dentro il tunnel, ha riservato dei “piacevoli imprevisti” costituiti da delle profonde pozze d’acqua (marmitte), che dovevano necessariamente essere raggirate con percorsi alternativi in pertugi stretti e poco accessibili, che hanno reso l’esperienza ancor più divertente ed accattivante, poiché hanno richiesto agli indomiti un leggero sforzo psicologico e fisico.
All’interno della grotta, la comitiva ha potuto assaporare il silenzio e il buio del sottosuolo, in quanto gli istruttori hanno invitato i partecipanti a spegnere la torcia frontale e non parlare per qualche minuto, provando così la cupa e profonda oscurità delle viscere della terra, accompagnata da un silenzio interrotto dal solo scorrimento dell’acqua, dove il tempo è quasi sospeso, fermo, e segue solo le leggi naturali, lontano dalle nostre frenesie umane.
L’uscita verso l’esterno, e il contatto con la luce naturale, è stato quasi una “rinascita”, i neofiti hanno potuto riprendere posto nel loro mondo naturale, arricchiti da questa nuova esperienza, che gli ha permesso di prendere consapevolezza dell’immutabilità di questi luoghi sotterranei, dove le nostre angosce umane non esistono, e il tempo sembra quasi essersi fermato…
G.B.