Volendo si potrebbe sostenere che noi della Colfranculana domenica 23 aprile NON siamo stati in Fiuli com’era scritto nei manifesti. Al massimo che ci siamo passati. Il fatto è che noi siamo stati in Venezia Giulia. Dal punto di vista storico – geografico la Venezia Giulia è un’area a cavallo tra Italia, Slovenia e Croazia. Come si vede nella cartina ne fanno parte anche l’Istria e alcune isole dalmate.
Ma veniamo alla gita.
LA MATTINATA La prima parte della giornata è stata un po’ confusa (anche per responsabilità di chi scrive). Un rimedio ci sarebbe : la caparra. Personalmente mi è dispiaciuto non assistere alla partenza della Ecomaratona del Collio da Cormons. Bella cittadina giuliana circondata dai vigneti, quasi più che dalle nostre parti. Paesaggi di pregio e scorci da fotografia. Organizzazione un po’… veloce. A parte le cure ritardate a chi era infortunato , i maratoneti che sono arrivati non proprio fra i primi si sono trovati un po’ lasciati a sè stessi, senza il pasto previsto. Insomma….
IL PRANZO Dopo qualche scorribanda fra i vigneti abbrunati dalla brinata siamo arrivati all’agriturismo. Anche qui qualche imprevisto meteorganizzativo. Comunque l’ evento ha girato bene, con diverse cose da ricordare: pietanze piacevoli e abbondanti, dialoghi con il gigantesco Paolo Vidoz ( è lui che ha cucinato), i memorabilia all’interno…. Se vogliamo hanno contribuito al clima avventuroso anche altre cose: il servizio slow, la posateria creativa, il saluto affettuoso del gigante << Se avete problemi (di pranzo, di alloggio.. suppongo) venite qui che in qualche modo li risolvo io >> Bellissimo!
IL MUSEO TRIESTINO Partiti con calma, siamo andati a Trieste, giù giù fino al Museo della Risiera di San Saba. Eravamo, tra l’altro vicini allo stadio della Triestina, intitolato a Nereo Rocco. Racconto della mia percezione. Tutto.. normale (normalmente impressionante) fino al salone- museo con i documenti, i video e il resto. Davanti a una mappa dei campi nazisti ho avuto un tuffo al cuore. Ě certo che mio padre sia passato in treno per Trieste come soldato prigioniero dei tedeschi. Forse è stato tenuto là dentro prima di essere trasferito in un vagone bestiame (“cavalli 8 uomini 40” ) in un campo di prigionia, nella Germania del Nord.
Avevamo in programma una visita ad una collezione sulla Prima Guerra Mondiale (il museo De Enriques, aperto di recente; se qualcuno si trova a Trieste lo vada a visitare ) . Il posto era là vicino ma si era fatto tardi. La giornata d’altronde si è sviluppata sui tempi distesi, senza affanni e orari pressanti ed è stato bene così.
Non poteva mancare una foto di gruppo in piazza Unità d’Italia; tra l’altro mi pare che i triestini, almeno quelli che ho visto, ci diano dentro fra aperitivi passeggiate, snacks, spiaggia al tramonto e simili piacevolezze. Molto alla Rilke, vero?.